Siamo nel 1776, verso la fine della Guerra
d'Indipendenza Americana, e il film narra la storia di Benjamin
Martin, un colono vedovo, padre di sette figli, che in passato aveva
preso parte alle guerre franco-indiane schierato dalla parte degli
inglesi. Egli è famoso per aver guidato una spedizione punitiva contro
un gruppo di francesi e di loro alleati indiani, poi trasformatasi in
massacro, di cui però i figli non sanno nulla. Sollecitato a riprendere
le armi in questa nuova guerra, egli inizialmente rifiuta per evitare di
attirare sventura sulla sua famiglia ma Gabriel (Ledger), il figlio
maggiore, decide di arruolarsi ed entra nell'Esercito Continentale. Una
sera Gabriel ritorna a casa, ferito, e il padre lo soccorre e gli cura
le ferite. Lo stesso fa per gli uomini che si sono dati battaglia in un
campo vicino, senza guardare il colore della divisa. Una pattuglia
inglese raggiunge la casa e il comandante, vedendo ciò che Martin ha
fatto lo ringrazia e dà ordine di portare via i soldati inglesi senza
neppure curarsi dei coloniali.
Sopraggiunge un nuovo reparto a cavallo,
i Dragoni Verdi, comandati dal Colonnello Tavington, un uomo
crudele che non esita a far sparare a tutti i soldati coloniali feriti,
a portare via Gabriel per interrogarlo e bruciare la casa del colono per
aver dato asilo a dei “nemici” dell'Inghilterra. Nell'alterco che ne
segue, Tavington uccide a sangue freddo il secondo figlio adolescente di
Martin, Thomas, scatenando nuovamente il guerriero che è in lui. Con
l'aiuto dei figli più giovani, appena bambini, raggiunge la pattuglia
che ha catturato Gabriel e la massacra praticamente da solo, liberando
il figlio e dando sfogo alla sua rabbia per l'assassinio di Thomas.
Messi al sicuro i bambini, con Gabriel al seguito si reca dal generale
che comanda le forze coloniali del sud, suo vecchio amico, e si arruola
nuovamente. Aiutato dal figlio e da un ufficiale francese giunto ad
annunciare rinforzi dal loro vecchio nemico, Benjamin raduna un gruppo
di volontari e vecchi compagni d'arme ed inizia una logorante azione di
guerriglia nei confronti dell'esercito Inglese, sempre con la speranza
di incrociare nuovamente il Colonnello Tavington e vendicare Thomas. Il
comandante dei Dragoni Verdi è detestato dai suoi stessi compatrioti a
causa dei suoi modi sbrigativi e poco onorevoli, e prima di arrivare
allo scontro finale fa bruciare una chiesa con all'interno gli abitanti
di un villaggio che aveva dato sostegno al gruppo di Martin. Tra di essi
c'è anche la moglie di Gabriel, fresco sposo, che perderà anch'egli la
vita nel tentativo di vendicarla. Durante l'ultima battaglia, quando gli
inglesi, comandati dal Generale Cornwallis, vengono sconfitti in maniera
netta dai coloniali, segnando così l'esito finale della guerra, Martin e
Tavington si trovano faccia a faccia e il colono riesce finalmente ad
uccidere l'assassino dei suoi figli.
MA CHE STORIA è QUESTA?
La
Guerra d'Indipendenza Americana è il conflitto con cui le tredici
colonie inglesi, sorte sulla costa orientale del Nord America, hanno
conquistato la loro indipendenza dalla madrepatria europea. Il tutto era
nato dalla continua imposizione di tasse ai coloni da parte
dell'Inghilterra per finanziare i suoi conflitti nel vecchio continente
e l'espansione dell'impero britannico. Fu tentato fino all'ultimo
momento di scongiurare il conflitto armato ma tutti i protagonisti
sapevano che alla fine l'unico mezzo per ottenere la libertà sarebbe
stato l'uso delle armi. La guerra durò dal 1775 al 1783 e si sviluppò in
due scenari distinti, ovvero quello del nord, che vide protagonista il
Generale George Washington, e quello meridionale, dove si decisero le
sorti del conflitto. La storia de Il Patriota è ambientata nella
Carolina del Sud e in parte negli stati confinanti, quindi ci troviamo
nell'ambito meridionale. Tralasciando le vicende personali del
protagonista, il primo evento di rilievo che viene mostrato è la caduta
di Charles Town (Charleston), che secondo lo sceneggiatore avviene
all'incirca nel 1778. Qui incappiamo nel primo errore grossolano. La
città fu presa dagli inglesi solo nella primavera del 1780. I Dragoni
Verdi, chiamati anche Legione Britannica, erano un corpo misto di
cavalleria e fanteria formato da lealisti americani e inglesi di dubbia
fama e onorabilità. Non a caso vennero in seguito definiti anche
“Razziatori” e “Predoni”. Il corpo venne fondato a New York nel 1778 e
fu attivo nello scenario meridionale solo dopo la caduta di Charls Town,
unico fatto concorde con il film. Al suo comando vi era Banastre
Tarleton (e non William Tavington), un comandante e baronetto di
estrazione borghese che aveva scalato le gerarchie a suon di vittorie
dal finale sanguinoso. Proseguendo nella galleria degli “errori”, nel
film il protagonista si presenta a rapporto dal Colonnello Harry
Burwell, che suo malgrado è il nuovo comandante dell'Esercito
Continentale nel sud dopo le continue sconfitte e la conseguente
ritirata di un certo Generale Gates. Horatio Gates era effettivamente il
comandante in capo dei continentali in quell'area ma, incrociando le
varie versioni riportate nei libri e nelle altre fonti, probabilmente colui che prese il suo
posto al comando è stato senza ombra di dubbio Nathanael Greene, aiutante,
amico e confidente di George Washington. Non ultimo, si può aggiungere
che i francesi non arrivarono in aiuto degli americani nella fase finale
della guerra ma erano già presenti sul campo da diversi anni. Vero
invece è che ciò che fece vincere la guerra alle colonie, già
dichiaratesi Stati Uniti d'America, fu trattenere il Generale Cornwallis
(una delle poche figure reali del film) nel sud e permettere a
Washington di riconquistare il terreno perso in precedenza e consolidare
la sua posizione a nord. La Guerra d'Indipendenza Americana non fu una
serie di battaglie combattute da due grandi eserciti schierati ma un
susseguirsi di piccoli scontri ed eventi che, seguendo il principio del
“butterfly effect”, determinarono l'andamento del conflitto.
Significativa è la frase che Benjamin Martin pronuncia all'iniziale
consiglio per il sovvenzionamento della guerra da parte della colonia:
“Questa è una guerra che sarà combattuta tra di noi, casa per casa”.
Analizziamo ora la figura e il ruolo del “patriota”. I patrioti
erano coloni volontari che si affiancavano all'Esercito Continentale sia
nelle battaglie in campo aperto che nelle azioni di disturbo. Va fatto
notare che questi volontari non erano sempre animati da vero amore per
la nazione ma la possibilità di ricavare bottino e tornaconti personali,
come più volte accennato nella pellicola, era un buon incentivo. Alcuni
di loro, come molti comandanti dell'esercito regolare, erano veterani
delle guerre franco-indiane durante le quali venivano pagati dagli
inglesi “a scalpo”, un prezzo per ogni trofeo umano che attestasse
l'uccisione di un nemico. Questo sfata un luogo comune secondo il quale
si crede che lo “scalping” fosse un'usanza dei nativi americani, mentre
invece era una pratica dei bianchi. I nativi si sono solo adeguati.
Tornando ai patrioti, non godevano di grande considerazione da parte
degli ufficiali dell'esercito in quanto più volte, senza la minima
disciplina militare, abbandonavano prima di altri le linee di
combattimento quando le “giubbe rosse” avanzavano, determinando spesso
la sconfitta dei continentali. Tuttavia, e qui finalmente arriviamo al
nocciolo della questione, furono l'elemento fondamentale per la vittoria
finale americana. Questa pellicola ha un
controverso valore storico ma mette in risalto un aspetto fondamentale
della guerra che ha cambiato per sempre il modo di combattere: l'uso
della guerriglia. Gli americani non hanno vinto perché potevano contare
su un esercito più forte o in un maggior numero di alleati, ma perché
seppero sfruttare i volontari come guerriglieri, facendoli intervenire
nei momenti critici del conflitto. Furono loro, come effettivamente
mostrato nel film, a trattenere Cornwallis nel sud. Gli inglesi, che
adottavano ancora uno stile di battaglia definito “settecentesco”, si
trovavano di fronte ad un modo di far la guerra per loro inconcepibile.
Il discorso del Generale inglese a Martin, sul fatto che se si uccidono
gli ufficiali, prima regola della guerriglia, si crea il caos, ne è un
esempio eloquente. “Gli ufficiali francesi vorranno proteggere quelli
inglesi” diceva Nathan Occhio di Falco ne L'ultimo dei Mohicani, il film
di Michael Mann del 1992 con Daniel Day Lewis. Questo film, sebbene il
soggetto sia basato sulla Letteratura e non sulla Storia, può
considerarsi un credibile prequel de Il Patriota. Da questo momento la
guerriglia entra stabilmente nelle tattiche di guerra di tutti gli
eserciti occidentali, talvolta con il nome di “sabotaggio” e determinerà
spesso la differenza tra vittoria e sconfitta. In oriente questo mezzo,
sebbene ufficialmente disprezzato, era apprezzato per la sua utilità e
messo in pratica dai ninja e da altre figure simili ben prima del 1700.
Anche in Medioriente era attiva una setta con compiti simili, i
Naziriti, detti anche Ashassin (Assassini). In questa parte del mondo però, gli americani resteranno gli
indiscussi maestri di quest'arte fino ai giorni nostri. Non si parla più
di patrioti ma di guastatori e i Navy Seals, il loro corpo militare più
efficiente, è appunto questo, un gruppo di guerriglieri.
Il film può dirsi quasi perfetto dal punto di
vista delle riproduzioni, delle scenografie e persino nella
ricostruzione degli schemi di battaglia, diversi per i due contendenti.
Se proprio si vuole essere pignoli, non è stato messo in risalto un
dettaglio molto importante per le tattiche di guerra in uso. Se
osservate con attenzione i fotogrammi del film, noterete che durante gli
scontri, americani e inglesi impugnano lo stesso tipo di armi, moschetti
con baionetta ad innesto. Questi fucili nella realtà avevano la canna
liscia, erano leggeri, potenti e dotati di una buona rapidità di tiro ma
peccavano di scarsa precisione. I continentali però possedevano anche
molti fucili a canna rigata. Erano più lunghi e pesanti ma potevano
colpire un bersaglio fino a duecento metri di distanza. Un altro
particolare che colpisce è stata la figura del comandante dei
Dragoni. C'è un dipinto in cui è rappresentato
Banastre Tarleton in posa e con la divisa da cavalleria. E' praticamente
identico in ogni minimo particolare, persino nei lineamenti del viso, a
Jason Isaacs e al suo William Tavington.
[questo commento è stato adattato da un articolo di Eldies, tratto da "Ciak si gira!"]
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