lunedì 28 gennaio 2013

The patriot

Siamo nel 1776, verso la fine della Guerra d'Indipendenza Americana, e il film narra la storia di Benjamin Martin, un colono vedovo, padre di sette figli, che in passato aveva preso parte alle guerre franco-indiane schierato dalla parte degli inglesi. Egli è famoso per aver guidato una spedizione punitiva contro un gruppo di francesi e di loro alleati indiani, poi trasformatasi in massacro, di cui però i figli non sanno nulla. Sollecitato a riprendere le armi in questa nuova guerra, egli inizialmente rifiuta per evitare di attirare sventura sulla sua famiglia ma Gabriel (Ledger), il figlio maggiore, decide di arruolarsi ed entra nell'Esercito Continentale. Una sera Gabriel ritorna a casa, ferito, e il padre lo soccorre e gli cura le ferite. Lo stesso fa per gli uomini che si sono dati battaglia in un campo vicino, senza guardare il colore della divisa. Una pattuglia inglese raggiunge la casa e il comandante, vedendo ciò che Martin ha fatto lo ringrazia e dà ordine di portare via i soldati inglesi senza neppure curarsi dei coloniali.
Sopraggiunge un nuovo reparto a cavallo, i Dragoni Verdi, comandati dal Colonnello Tavington, un uomo crudele che non esita a far sparare a tutti i soldati coloniali feriti, a portare via Gabriel per interrogarlo e bruciare la casa del colono per aver dato asilo a dei “nemici” dell'Inghilterra. Nell'alterco che ne segue, Tavington uccide a sangue freddo il secondo figlio adolescente di Martin, Thomas, scatenando nuovamente il guerriero che è in lui. Con l'aiuto dei figli più giovani, appena bambini, raggiunge la pattuglia che ha catturato Gabriel e la massacra praticamente da solo, liberando il figlio e dando sfogo alla sua rabbia per l'assassinio di Thomas. Messi al sicuro i bambini, con Gabriel al seguito si reca dal generale che comanda le forze coloniali del sud, suo vecchio amico, e si arruola nuovamente. Aiutato dal figlio e da un ufficiale francese giunto ad annunciare rinforzi dal loro vecchio nemico, Benjamin raduna un gruppo di volontari e vecchi compagni d'arme ed inizia una logorante azione di guerriglia nei confronti dell'esercito Inglese, sempre con la speranza di incrociare nuovamente il Colonnello Tavington e vendicare Thomas. Il comandante dei Dragoni Verdi è detestato dai suoi stessi compatrioti a causa dei suoi modi sbrigativi e poco onorevoli, e prima di arrivare allo scontro finale fa bruciare una chiesa con all'interno gli abitanti di un villaggio che aveva dato sostegno al gruppo di Martin. Tra di essi c'è anche la moglie di Gabriel, fresco sposo, che perderà anch'egli la vita nel tentativo di vendicarla. Durante l'ultima battaglia, quando gli inglesi, comandati dal Generale Cornwallis, vengono sconfitti in maniera netta dai coloniali, segnando così l'esito finale della guerra, Martin e Tavington si trovano faccia a faccia e il colono riesce finalmente ad uccidere l'assassino dei suoi figli. 

MA CHE STORIA è QUESTA? 
La Guerra d'Indipendenza Americana è il conflitto con cui le tredici colonie inglesi, sorte sulla costa orientale del Nord America, hanno conquistato la loro indipendenza dalla madrepatria europea. Il tutto era nato dalla continua imposizione di tasse ai coloni da parte dell'Inghilterra per finanziare i suoi conflitti nel vecchio continente e l'espansione dell'impero britannico. Fu tentato fino all'ultimo momento di scongiurare il conflitto armato ma tutti i protagonisti sapevano che alla fine l'unico mezzo per ottenere la libertà sarebbe stato l'uso delle armi. La guerra durò dal 1775 al 1783 e si sviluppò in due scenari distinti, ovvero quello del nord, che vide protagonista il Generale George Washington, e quello meridionale, dove si decisero le sorti del conflitto. La storia de Il Patriota è ambientata nella Carolina del Sud e in parte negli stati confinanti, quindi ci troviamo nell'ambito meridionale. Tralasciando le vicende personali del protagonista, il primo evento di rilievo che viene mostrato è la caduta di Charles Town (Charleston), che secondo lo sceneggiatore avviene all'incirca nel 1778. Qui incappiamo nel primo errore grossolano. La città fu presa dagli inglesi solo nella primavera del 1780. I Dragoni Verdi, chiamati anche Legione Britannica, erano un corpo misto di cavalleria e fanteria formato da lealisti americani e inglesi di dubbia fama e onorabilità. Non a caso vennero in seguito definiti anche “Razziatori” e “Predoni”. Il corpo venne fondato a New York nel 1778 e fu attivo nello scenario meridionale solo dopo la caduta di Charls Town, unico fatto concorde con il film. Al suo comando vi era Banastre Tarleton (e non William Tavington), un comandante e baronetto di estrazione borghese che aveva scalato le gerarchie a suon di vittorie dal finale sanguinoso. Proseguendo nella galleria degli “errori”, nel film il protagonista si presenta a rapporto dal Colonnello Harry Burwell, che suo malgrado è il nuovo comandante dell'Esercito Continentale nel sud dopo le continue sconfitte e la conseguente ritirata di un certo Generale Gates. Horatio Gates era effettivamente il comandante in capo dei continentali in quell'area ma, incrociando le varie versioni riportate nei libri e nelle altre fonti, probabilmente colui che prese il suo posto al comando è stato senza ombra di dubbio Nathanael Greene, aiutante, amico e confidente di George Washington. Non ultimo, si può aggiungere che i francesi non arrivarono in aiuto degli americani nella fase finale della guerra ma erano già presenti sul campo da diversi anni. Vero invece è che ciò che fece vincere la guerra alle colonie, già dichiaratesi Stati Uniti d'America, fu trattenere il Generale Cornwallis (una delle poche figure reali del film) nel sud e permettere a Washington di riconquistare il terreno perso in precedenza e consolidare la sua posizione a nord. La Guerra d'Indipendenza Americana non fu una serie di battaglie combattute da due grandi eserciti schierati ma un susseguirsi di piccoli scontri ed eventi che, seguendo il principio del “butterfly effect”, determinarono l'andamento del conflitto. Significativa è la frase che Benjamin Martin pronuncia all'iniziale consiglio per il sovvenzionamento della guerra da parte della colonia: “Questa è una guerra che sarà combattuta tra di noi, casa per casa”.  

Analizziamo ora la figura e il ruolo del “patriota”. I patrioti erano coloni volontari che si affiancavano all'Esercito Continentale sia nelle battaglie in campo aperto che nelle azioni di disturbo. Va fatto notare che questi volontari non erano sempre animati da vero amore per la nazione ma la possibilità di ricavare bottino e tornaconti personali, come più volte accennato nella pellicola, era un buon incentivo. Alcuni di loro, come molti comandanti dell'esercito regolare, erano veterani delle guerre franco-indiane durante le quali venivano pagati dagli inglesi “a scalpo”, un prezzo per ogni trofeo umano che attestasse l'uccisione di un nemico. Questo sfata un luogo comune secondo il quale si crede che lo “scalping” fosse un'usanza dei nativi americani, mentre invece era una pratica dei bianchi. I nativi si sono solo adeguati. Tornando ai patrioti, non godevano di grande considerazione da parte degli ufficiali dell'esercito in quanto più volte, senza la minima disciplina militare, abbandonavano prima di altri le linee di combattimento quando le “giubbe rosse” avanzavano, determinando spesso la sconfitta dei continentali. Tuttavia, e qui finalmente arriviamo al nocciolo della questione, furono l'elemento fondamentale per la vittoria finale americana. Questa pellicola ha un controverso valore storico ma mette in risalto un aspetto fondamentale della guerra che ha cambiato per sempre il modo di combattere: l'uso della guerriglia. Gli americani non hanno vinto perché potevano contare su un esercito più forte o in un maggior numero di alleati, ma perché seppero sfruttare i volontari come guerriglieri, facendoli intervenire nei momenti critici del conflitto. Furono loro, come effettivamente mostrato nel film, a trattenere Cornwallis nel sud. Gli inglesi, che adottavano ancora uno stile di battaglia definito “settecentesco”, si trovavano di fronte ad un modo di far la guerra per loro inconcepibile. Il discorso del Generale inglese a Martin, sul fatto che se si uccidono gli ufficiali, prima regola della guerriglia, si crea il caos, ne è un esempio eloquente. “Gli ufficiali francesi vorranno proteggere quelli inglesi” diceva Nathan Occhio di Falco ne L'ultimo dei Mohicani, il film di Michael Mann del 1992 con Daniel Day Lewis. Questo film, sebbene il soggetto sia basato sulla Letteratura e non sulla Storia, può considerarsi un credibile prequel de Il Patriota. Da questo momento la guerriglia entra stabilmente nelle tattiche di guerra di tutti gli eserciti occidentali, talvolta con il nome di “sabotaggio” e determinerà spesso la differenza tra vittoria e sconfitta. In oriente questo mezzo, sebbene ufficialmente disprezzato, era apprezzato per la sua utilità e messo in pratica dai ninja e da altre figure simili ben prima del 1700. Anche in Medioriente era attiva una setta con compiti simili, i Naziriti, detti anche Ashassin (Assassini). In questa parte del mondo però, gli americani resteranno gli indiscussi maestri di quest'arte fino ai giorni nostri. Non si parla più di patrioti ma di guastatori e i Navy Seals, il loro corpo militare più efficiente, è appunto questo, un gruppo di guerriglieri. 

Il film può dirsi quasi perfetto dal punto di vista delle riproduzioni, delle scenografie e persino nella ricostruzione degli schemi di battaglia, diversi per i due contendenti. Se proprio si vuole essere pignoli, non è stato messo in risalto un dettaglio molto importante per le tattiche di guerra in uso. Se osservate con attenzione i fotogrammi del film, noterete che durante gli scontri, americani e inglesi impugnano lo stesso tipo di armi, moschetti con baionetta ad innesto. Questi fucili nella realtà avevano la canna liscia, erano leggeri, potenti e dotati di una buona rapidità di tiro ma peccavano di scarsa precisione. I continentali però possedevano anche molti fucili a canna rigata. Erano più lunghi e pesanti ma potevano colpire un bersaglio fino a duecento metri di distanza. Un altro particolare che colpisce è stata la figura del comandante dei Dragoni. C'è un dipinto in cui è rappresentato Banastre Tarleton in posa e con la divisa da cavalleria. E' praticamente identico in ogni minimo particolare, persino nei lineamenti del viso, a Jason Isaacs e al suo William Tavington.  

[questo commento è stato adattato da un articolo di Eldies, tratto da "Ciak si gira!"]

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